venerdì 23 maggio 2008

Il Risveglio dell'Ombra


Chi è Enzo D'Alò? La copertina dell'edizione economica de Il Risveglio dell'Ombra (Fanucci) ci dice trattarsi del regista de La Gabbianella e il Gatto, film d'animazione italiano che non ho visto, ma sicuramente sarà stato un lavoro impegnativo. La citazione sulla copertina del libro dice: "Una storia avvincente ed entusiasmante per adulti e ragazzi..."
Può darsi che la frase fosse lì apposta per far comprare il libro al più vasto pubblico possibile (ma và?)... O forse no, semplicemente D'Alò si è sbagliato. Perché sicuramente si è sbagliato. Questo non è un fantasy per adulti (e pertanto non concorrerà per il Premio Immaginario 2008, che sarà una versione ancora più ricca di immaginazione di quella del 2007) ed è così infarcito di luoghi comuni che può avere come target (per usare un termine di marketing, categoria che ha a che fare con questo libro molto più che non il fantasy) giusto giusto quei ragazzi che hanno pochissime letture alle spalle.
Capirete quindi che trovo sbagliatissima la frase in copertina, con la quale l'hanno rifilato a me. Dovrò imparare a stare più attento.

Ad ogni modo Luca Trugenberger, l'autore, scrive in maniera assai scorrevole anche se talvolta piuttosto incolore. La storia è leggibile senza nessuna fatica, vista la sua semplicità. Però non riesce proprio a prendere. Ragazzini speciali che hanno un grande destino davanti, nani, draghi, orchetti... insomma ho già detto varie volte come la penso. Il Risveglio dell'Ombra può essere un libro introduttivo al fantasy, abbastanza ben scritto, adatto a un pubblico senza precedente esperienza: e questo è quanto.

giovedì 22 maggio 2008

Mary Sue glielo dici a tua sorella!

Il rischio di creare una Mary Sue è sempre presente nella carriera dello scrittore. Se parliamo di esordienti, poi...
Questo nomignolo parodistico (nato nel circolo dei fan di Star Trek) indica personaggi pieni di cliché, o eccessivamente idealizzati (pieni di pregi o qualità straordinarie e con pochi difetti, ecc...) e che proiettano desideri, identificazioni dell'autore. Nel caso di autore maschio, potrebbe introdurre l'eroina che è la sua donna ideale, ecc... Oppure i personaggi compiacciono l'autore nel senso che prova un gran divertimento a parlare di loro: gli assomigliano, hanno le sue medesime convinzioni politiche o religiose, o ha dato loro in prestito tratti della propria personalità. Quest'ultima caratteristica ovviamente è molto comune e non necessariamente negativa (è normale che ci sia qualcosa dell'autore nei suoi personaggi) ma qui va intesa in senso deteriore: in altre parole, l'autore esagera mettendo in azione una specie di supereroe o un super-sé-stesso (idealizzato).

Ci sono molte varianti della tradizionale Mary Sue (notare che al maschile talvolta si dice con altri nomi, ad esempio Gary Stu, anche se non lo si vede molto in giro...): ad esempio il personaggio sofferente che cerca vendetta o spera di trovare pace, l'antieroe, o il protagonista che deve superare qualche enorme difficoltà (un handicap fisico per esempio) ma ovviamente è così determinato che ci riesce, o magari la Mary Sue è il cattivo/a della storia ecc... Notare anche che la consapevolezza del problema porta gli autori più moderni a camuffare molto meglio le loro Mary Sue.

Mi sono divertito a consultare i Mary Sue Test che ho trovato in rete. Sono strumenti ovviamente fallibili, ma che possono indicare sicuramente delle tendenze. Se si risponde con onestà, ovviamente. Io sono convintissimo che i miei personaggi non siano delle Mary Sue, e che anche se dotati di poteri straordinari questi siano perfettamente bilanciati dai difetti o dalla personalità credibile. D'altra parte so anche dove una certa tentazione l'ho provata... Comunque i test hanno dato risultati diversi e a volte contrastanti. I personaggi che ho usato sono tratti dal mio libro Magia e Sangue che in questo momento è inedito (e partecipa al Premio Odissea della Delosbooks).
Due brani sono qui per chi volesse vederli (ma non compaiono tutti i personaggi): La morte di Arlia e L'evocazione di Arlia. Vediamo quindi un rapido profilo dei personaggi che partecipano al test (se non dovesse fregarvene dei miei personaggi, nel paragrafo Personaggi famosi più in basso ci sono un paio di altri esempi presi dalla narrativa fantasy).

Arman è il protagonista "buono." Non è però né un eroe senza macchia (anche se è molto coraggioso) né un uomo privo di problemi e di difetti. Non un antieore ma un personaggio complesso e problematico. Qualcuno dei miei lettori-revisori (che ringrazio per avermi dato le loro opinioni) m'ha detto che il personaggio ha alcuni tratti decisamente antipatici, di quelli che "non fanno figo." In effetti essere un guerriero che facilmente ammazza qualsiasi avversario in duello ed essere di nascita piuttosto privilegiata possono essere visti come tratti decisamente antipatici (saranno tratti da Mary Sue o no?).

Rakanius è il rivale, ed è il cattivo della storia, ma proprio cattivo, tanto tanto cattivo: è il cattivo che più cattivo non si può. La sua cattiveria è motivata da tante brutte cose che gli succedono e gli sono successe in passato, e questo è un tratto che potrebbe collocarlo tra i personaggi ben elaborati e validi ma può anche essere allegramente catalogato come un tratto da Mary Sue. Rakanius ha molti poteri, grandi capacità e altrettanti difetti e problemi. Piace parecchio a tutti i miei lettori, ma secondo me lo sopravvalutano: io ritengo di poter creare dei cattivi come lui a tonnellate. E' il più papabile del gruppo come Mary Sue, secondo i test.

Isabelle, personaggio protagonista, è allieva del mago Bocnan (vedi); ha molti tratti particolarissimi (magici ecc...) che a volte fanno esplodere i Mary Sue test, altre volte no. Personaggio instabile, ribelle e anticonformista, come Rakanius trae linfa dagli stati d'animo che provo nelle giornate in cui ho voglia di mandare aff... il mondo. Ha anche difetti e vizi contro cui non combatte affatto. Isabelle è una complice del cattivo, ma vede questo dettaglio a modo suo.

Rianam, personaggio importante ma non di primissimo piano, è la donna di Arman. E' un po' uno stereotipo, tipo Xena la principessa guerriera ma fatta spero con più stile, è nata prima che le donne guerriero mi stufassero a morte: e siccome va benissimo per il suo ruolo nella storia, è rimasta così. Corre molti pericoli e se la cava (quasi) sempre benissimo ma raramente è captata dai sensori anti-Mary Sue.

Arlia è una donna bellissima e talvolta fa saltare i Mary Sue test, soprattutto quando contengono domande del tipo: "se potessi, te la faresti?" E' amante di Rakanius, ha particolari poteri e caratteristiche (appartiene come lui a una razza di telepati), rimane comunque un personaggio secondario che per Rakanius rappresenterà l'amore perduto da vendicare. Assieme a Bocnan la uso qui un po' come... elemento di controllo per i test.

Bocnan è un personaggio potentissimo, marginalmente favorevole ad Arman, odioso ed egoista: importante soprattutto perché è il maestro (prepotente) di Isabelle, ed è essenziale per il suo destino. I suoi enormi poteri danno problemi ai Mary Sue test, conferendo a questo personaggio un'importanza che in realtà nella storia non ricopre, e facendomi giungere alla conclusione che i test sono pensati per valutare i protagonisti e non i personaggi secondari.

Vediamo i punteggi (tocca capire un po' d'inglese...):

The Universal Mary Sue Test

I miei personaggi totalizzano:
Arman: 15
Rakanius: 30
Isabelle: 27
Rianam: 16
Arlia: 25
Bocnan: 16

I punteggi sono:

0-16 Points
Most likely Not-Sue. Characters at this level could probably take a little spicing up without hurting them any.
17-21
Probably not a Mary-Sue, although a character can go either way at this point. Fanfiction writers should pay attention to ensure that their characters aren't getting too Sue-ish. For an RPG or original fiction character, however, you're probably perfectly fine.
22-29
Some definite Sue-like tendancies here. A little polishing might be in order to put original fiction and RPG characters back into the balance, especially if Kirking is involved. Fanfiction characters should probably have some work done.
30+
Fanfiction authors beware - Mary's on the loose. There's still a chance you can save this character with some TLC, though. Role-players and original fiction characters, you should also strongly consider giving your character a workover.
36+
Fanfiction authors, you might just want to start over. Role-players and original fiction authors, at this point your characters are likely to provoke eye-rolling and exclaimations of "yeah, right!" from your readers. (Well, at least from me.) Immediate workover is probably in order.
50+
Kill it dead. Or make sure you read the instructions properly (some people don't do this, which causes freakishly high scores) and take the test again.

Mi convince a metà. Dove ci sono capacità magiche, appartenenza a una razza quasi estinta e perseguitata ecc... il punteggio va inevitabilmente a mille. Tra i personaggi secondari questo non succede con Bocnan, però avviene nel caso di Arlia. Bocnan però è un maledetto bastardo per giunta privo di qualsiasi fascino, perciò tutt'altro che idealizzato, e anche il punteggio di 16 è eccessivo per lui.

Passiamo al Mary-Sue Litmus Test

Totali:
Arman: 17
Rakanius: 30
Isabelle: 16
Rianam: 22
Arlia: 25
Bocnan: 17

I punteggi sono

0-10 points: The Anti-Sue. Your character is the very antithesis of a Mary-Sue. Why are you even taking this test?
11-20 points: The Non-Sue. Your character is a well-developed, balanced person, and is almost certainly not a Mary Sue. Congratulations!
21-35 points: Borderline-Sue. Your character is cutting it close, and you may want to work on the details a bit, but you're well on your way to having a lovely original character. Good work.
36-55 points: Mary-Sue. Your character needs some work in order to be believable. But despair not; you should still be able to salvage her with a little effort. Don't give up.
56-70 points: Über-Sue. You've got one hell of a Mary-Sue on your hands here, and it's not going to be easy to set things right. But do your best. There may be hope for you yet.
71 points or more: Irredeemable-Sue. You're going to have to start over, my friend. I know you want to keep writing, but no. Just no.

Le domande forse più intelligenti, e che non battono necessariamente sugli stessi punti. Equilibrato, ma non del tutto: per quanto i due personaggi siano dotati di varie peculiarità, Arlia (un personaggio molto carismatico ma secondario) ottiene un punteggio ben più elevato di Isabelle (una protagonista). Interessanti invece alcune domande che, cogliendo elementi di trama rilevanti, alzano il punteggio di Rianam, che comunque non ritengo correre particolarmente il rischio di essere una "Mary Sue" nonostante sia lo stereotipo della donna guerriera (e per di più principessa di un clan barbaro...).

Da: The Writer' Mary Sue Test

Questo test dà dei profili e i punteggi sono solo per confronto (e come suddivisione nelle singole parti del test, qui non riportata).

Arman is nothing like you. He is not at all cool; in fact, he thinks cool is a temperature reading, and when he says "Oh, I just put on whatever old thing's lying around," he means "on the floor, where I threw it last night - but I turned the underwear inside out first." There's never been anything special about him that he could see; boy, is he in for a surprise. He's got no emotional scars to speak of. And he's gotten no slack from you.
In general, you've kept yourself a goodly distance from Arman and given him plenty of room - maybe a little too much. Don't distance yourself so far from Arman that you stop caring what happens to him. Totale: 7

Rakanius is only a little like you. He isn't really very cool: he blends into crowds, he hangs out on the fringes at parties, and wearing shades after dark makes him run into things. He may have sometimes thought that he was special, or destined for greater things, but probably dismissed the idea as a fantasy. He's got no emotional scars to speak of. And he's gotten no slack from you.
In general, you care deeply about Rakanius, but you're smart enough to let him stand on his own, without burdening him with your personal fantasies or propping him up with idealization and over-dramatization. Rakanius is a healthy character with a promising career ahead of him. Totale: 22

Isabelle is nothing like you. She may be popular, or she may not, but no matter what she's impossible to ignore; she stands out... just the way you always wanted to. There's never been anything special about her that she could see; boy, is she in for a surprise. She's got no emotional scars to speak of. And she's gotten no slack from you.
In general, you care deeply about Isabelle, but you're smart enough to let her stand on her own, without burdening her with your personal fantasies or propping her up with idealization and over-dramatization. Isabelle is a healthy character with a promising career ahead of her. Total: 19

Rianam is nothing like you. She is not at all cool; in fact, she thinks cool is a temperature reading, and when she says "Oh, I just put on whatever old thing's lying around," she means "on the floor, where I threw it last night - but I turned the underwear inside out first." She may have sometimes thought that she was special, or destined for greater things, but probably dismissed the idea as a fantasy. She's got no emotional scars to speak of. And she's gotten no slack from you.
In general, you've kept yourself a goodly distance from Rianam and given her plenty of room - maybe a little too much. Don't distance yourself so far from Rianam that you stop caring what happens to her. Totale 9.

Arlia is only a little like you. She isn't really very cool: she blends into crowds, she hangs out on the fringes at parties, and wearing shades after dark makes her run into things. She may have sometimes thought that she was special, or destined for greater things, but probably dismissed the idea as a fantasy. She's got no emotional scars to speak of. And she's gotten no slack from you.
In general, you care deeply about Arlia, but you're smart enough to let her stand on her own, without burdening her with your personal fantasies or propping her up with idealization and over-dramatization. Arlia is a healthy character with a promising career ahead of her. Totale: 16

Bocnan ha ricevuto soltanto 6, ma non sto a copiare qui tutta la descrizione.

Considerazioni: mi sembra abbastanza realistico, anche se le domande sull'identificazione col personaggio potrebbero essere pensate meglio. In effetti io credo che ci sia qualcosa di mio in alcuni di questi personaggi "nothing like you" mentre il test mi identifica di più con Arlia ("is only a little like you") con cui non ho proprio niente a che vedere. Trovo che sia appropriato il basso punteggio di Bocnan, personaggio di grandissimo potere ma secondario e per nulla idealizzato.

Personaggi famosi, Mary Sue famose
Per divertimento e controllo: passiamo a fare l'Universal Mary Sue test per alcuni personaggi famosi. Così vediamo come se la cavano gli scrittori veri... è da notare che tutte le domande soggettive le ho saltate. Non posso sapere se Michael Moorcock ha messo certe caratteristiche in Elric poiché "voleva essere come lui," ad esempio.
Il personaggio appena citato di Elric di Melnibone ottiene un punteggio di 41 che come vedete sopra è abbondantemente nella Mary Sue Zone (e prende un 36 nel Mary Sue Litmus test...).
Phedre, l'eroina di Jacqueline Carey benedetta dal dardo di Kushiel ottiene un bel 30. Un'altra che potrebbe far esplodere i rilevatori di Mary Sue è Nihal della Terra del Vento, che "le ha tutte:" orfana, ultima di un popolo sterminato, rabbiosa e determinata ad ottenere vendetta, con caratteristiche fisiche uniche, più in gamba di tutti gli altri ragazzini, in battaglia fa un mazzo incredibile a tutti quanti... ho dimenticato qualcosa? Non lo so e poiché non ricordo benissimo il libro ho evitato di fare i test a Nihal (potete provare voi, però). Frodo di Tolkien ottiene solo 10 (e ho provato a caricarlo un po'!) ma sappiamo che è il più improbabile degli eroi.
Ma ha davvero senso fare questo giochetto? Cosa si può dire? Molti lettori della Saga di Elric si strapperanno i capelli per difendere il personaggio, ma altri potrebbero dire che Elric (un antieroe studiato a tavolino) è proprio eccessivo e che finire nella categoria Mary Sue è il minimo che gli possa capitare. Io personalmente credo che anche per Phedre non ci sia proprio da lamentarsi, insomma rompe un po' le scatole, diciamolo. Ammetto in partenza di non essere proprio un gran paladino del femminismo, trovo però che la maggior parte delle protagoniste femminili (soprattutto quando è una donna che scrive il libro!) siano belle, brave, moralmente ineccepibili, più intelligenti della media, e magari anche delle gran dispensatrici di buoni sentimenti e di aiuto ai sofferenti e ai poveracci in difficoltà; insomma una briciola di debolezza o autoironia mai, manco a pagarla a peso d'oro.

D'altra parte è così sbagliato parlare nelle proprie storie di individui eccezionali? Chissà quanti personaggi del mondo reale sarebbero delle Mary Sue! In definitiva: dipende tutto dal valore della trama e dall'abilità dell'autore. Il preteso scarso realismo di un personaggio è un'accusa soggettiva, test o non test.

Conclusione fin troppo ovvia di questo divertente giochetto: non è così semplice valutare l'importanza che certi tratti hanno nel contesto di una storia. I Mary Sue test non possono avere molta pretese, ma se sei tu quello che scrive ti aiutano a pensare. O meglio... secondo me uno scrittore sa (può sapere) sempre quanto ha proiettato della sua personalità nelle figure della propria narrazione. Sa meno quanto dei propri desideri vi ha travasato, invece. Se è onesto con se stesso, troverà in certe domande degli stimoli alla riflessione.
E voi scrittori che per caso passate di qui, avete provato a giocherellare con questi test?

mercoledì 21 maggio 2008

(Off topic) Perugia



Questo mese sono finalmente ritornato dalle mie parti, per un paio di giorni. La mia è, o era, una bellissima città medievale. Soprattutto nel centro storico.

Come tutte le città che hanno avuto sviluppo, adesso ha una grossa periferia costruita in tempi moderni. E tutte le periferie del mondo sono uguali.

Però fa un po' tristezza vedere certi contrasti. E mi ha dato fastidio vedere una sopraelevata che passava allegramente a trenta metri da casa di mia zia. Rossa fiammante, un pugno in un occhio.

Vagoncini mezzi vuoti, forse la gente deve ancora farci l'abitudine...
Bisogna pagare uno scotto alla modernità, ma si poteva farlo meglio. No?

venerdì 16 maggio 2008

Come immaginiamo la magia?


Domanda che mi sono posto molte volte. Perché la magia è sempre diversa, nelle leggende, nel pensiero dei vari scrittori, nei film, nei giochi su carta e per computer.
Probabilmente esiste quasi sempre, nell'appassionato, un esagerato desiderio di classificarla, quasi come se esistesse veramente e si cercasse di conoscerla. Purtroppo per definizione la magia è qualcosa di sovrannaturale, e pertanto più ci si affanna a categorizzarla più si toglie... magia alla magia.
Per qualcuno la magia deve essere eterea, come un'aura di cui si percepisce poco l'effetto, capace di grandi conseguenze magari, ma non in maniera rozza e diretta. Dopo aver sperimentato il classico mago dei Giochi di Ruolo, che è il pezzo d'artiglieria semovente del gruppo di avventurieri (qualsiasi cosa ciò significhi), non posso che trovare qualcosa di buono in questo punto di vista, anche se amo una magia un po' più rutilante.
Per altri deve avere forti ed evidenti effetti nel mondo fisico, al contrario. La magia da videogame ne è un esempio evidente.
C'è chi ha descritto la magia come la fisica con un altro nome: manipola materia e forze note secondo principi noti: solo che lì non c'è un motore a scoppio o una fiamma ossidrica in azione, c'è qualcosa che viene definito magia.
Altri invece si sono compiaciuti di far vivere la magia come una forza perfettamente imprevedibile, selvaggia e capace di effetti bizzarri.
Per qualcuno la magia proviene dagli dei. Per altri (per esempio Vance, in Lyonesse) è una specie di scienza arcana che non ha nulla a vedere con la religione, ed è la capacità dell'uomo a realizzarne gli effetti.
C'è chi fa derivare i poteri magici dai pericolosi demoni che vengono evocati (ad esempio, certe storie di Clark Ashton Smith), chi da strane droghe o da oggetti sacri.
Chi crede che possa aver effetto solo con complicati rituali, chi pensa che non ci sia bisogno né di atti né di parole per chiamarla.
E mentre c'è chi immagina la magia usata da mani buone e gentili, per moltissimi autori è una forza cui non si possono applicare giudizi morali o addiritura è inevitabilmente malvagia.
E voi? Come immaginate la magia?

martedì 13 maggio 2008

I mondi condannati di Clark Ashton Smith


Un autore della stessa epoca di Tolkien, Lovecraft, Robert Howard. Ma non scrisse l'epica solenne del Signore degli Anelli, non si distinse per aver creato un universo malvagio dove il sovrannaturale è malevolo e minaccioso, non creò un protagonista capace di stare sul palcoscenico del fantastico come Conan il Barbaro.
Clark Ashton Smith, che scrisse più che altro racconti e poesia, creò degli stupendi mondi immaginari, eppure è andato dimenticato.
Un ottimo esempio del suo stile cupo ed evocativo è nei racconti ambientati nel mondo di Zothique, praticamente l'ultimo continente abitato di una Terra lontanissima nel futuro.
Il sole si è indebolito e la scienza è stata ripudiata, negromanti e stregoni si contendono il potere in un mondo che muore a poco a poco. Nel continente di Zothique le terre si trasformano lentamente in distese sterili, e da un racconto all'altro quello che era un regno fiorente diventa una lontana leggenda sepolta dalle sabbie o consumata dal vento.

Per dare qualche idea dello stile ricchissimo di questo autore, prendiamo un brano da I Negromanti di Naat:

Yadar, principe d'un popolo nomade della regione semidesertica chiamata Zyra, aveva seguito attraverso molti regni una traccia che spesso si era rivelata più sfuggente di un tulle lacero. Da tredici lune egli cercava Dalili, la sua promessa sposa, che i mercanti di schiavi di Sha-Karag, rapidi e astuti come i falchi del deserto, avevano strappato all'accampamento tribale insieme a nove altre fanciulle (....)
Travestito da mercante di tappeti, accompagnato da quattro dei suoi uomini camuffati come lui, e guidato soltanto dai pettegolezzi dei bazar, egli era andato da una capitale all'altra del continente di Zothique. Uno ad uno i suoi compagni erano morti di febbri misteriose o per le fatiche del cammino...


Una storia disperata il cui inizio è tratteggiato con brevi accenni dall'incredibile forza, un inseguimento tragico che prosegue in un mondo di orrori, destinato a una chiusura dolceamara, con un combattimento che tronca la speranza in un paio di colpi di spada, e una nuova vicinanza all'amata nel limbo della morte vivente.

Altri racconti del mondo di Zothique trattano di maghi e di re, di arroganza punita e di crudeltà sopraffine, di misteri orrendi nascosti in rovine lontane, di avventure condannate e di sensualità peccaminosa. A volte sembra un'altra epoca, a volte sembrano storie scritte ieri, con una prosa dal grandissimo potere evocativo.
Questo mondo decadente e misterioso, dai toni barocchi e macabri, per certi aspetti non ha paragoni in tutta la letteratura fantasy. Una gemma persa nel tempo, nota ormai solo ad un pugno di lettori.

martedì 6 maggio 2008

Fantasy Mediterraneo?


Non ne conosco una definizione precisa, sebbene ogni tanto se ne senta parlare.
Cosa può essere? La ripresa della mitologia antica, quella greca e romana tanto per intenderci? O anche una riscoperta dell'immaginario fantastico medievale delle nostre terre?

Ho avuto l'onore di conoscere, quando ero ragazzo, un campione dell'universo ludico italiano, il romano Agostino Carocci che all'epoca lavorava temporaneamente qui a Milano (Carocci è scomparso qualche anno fa): era l'autore di Katakumbas, un gioco di ruolo dove si esplorava proprio l'immaginario di casa nostra.
Mi stupiva sentirlo parlare di mille storie di leggenda e folklore, scoprivo l'esistenza di un'Italia fatata dove vivevano creature misteriose e folletti, talvolta nemmeno poi così diversi dalle creature fantastiche del mondo celtico o germanico. Io di quelle storie non sapevo niente, e per quanto riguarda il gioco di ruolo preferivo ai tempi le ambientazioni di stile nordico, magari anche alla Dungeons & Dragons, come si usava allora comunemente. Katakumbas era ironico e un po' scherzoso... ma in effetti, quel mondo fantastico di mostriciattoli che fanno i dispetti era forse un po' troppo casareccio per i miei gusti, non abbastanza esotico, non abbastanza eroico. Questo senza togliere nulla al valore del suo ideatore, quest'uomo così fantasioso e creativo, che fu coautore del primo gioco di ruolo italiano. Ma evidenziamo così una prima tematica di cui dobbiamo tener sempre conto: noi italiani siamo molto "cool" visti dall'estero nelle nostre cose migliori, però a noi stessi... ci facciamo un po' schifo e su questo ritornerò fra poco.

Per quanto riguarda la mitologia classica, ha il problema che molti dei suoi esseri magici erano a... colpo singolo. Individui con una storia ben precisa, una collocazione geografica e un preciso motivo di esistere, più che veri e propri popoli fatati. La Sfinge pose l'indovinello una volta e se ne andò. Il Minotauro era uno e stava a Creta, se ne compare un altro suona subito sbagliato. Anche l'Idra era una, ed entrambi li hanno già ammazzati (da parecchio...). Ma a parte questo particolare che si potrebbe anche ignorare, siamo certi che questo sarebbe un fantastico che attira? Ricordiamo i film peplum con il loro immaginario tutto sbagliato di omaccioni in gonnellino coi muscoli cosparsi d'olio... sono passati di moda alla grande (ricomparvero con il Gladiatore di Ridley Scott, ma fu un ritorno di fiamma senza molti seguiti, e comunque piuttosto rivisto rispetto ai canoni originali: e per fortuna).

Altro problema: molti topoi classici del fantasy nei nostri miti non li abbiamo. E qui permettetemi una considerazione scontata: i popoli del nord Europa hanno druidi e mostri, barbari e guerrieri eroici perché nel loro immaginario l'antichità è uno stato di libertà selvaggia, di guerra primitiva, di credenze e di magie. Le nostre radici sono nella città di Roma che nella sua incredibile storia sottomise antiche civiltà e anche una parte di questi barbari, tenne a lungo a bada quelli che non poté sconfiggere, e quando crollò trasmise loro la civiltà che aveva creato, o ereditato a sua volta dai popoli conquistati.
La nostra antica barbarie ce la siamo dimenticata, non avremo un Conan italico. Il nostro immaginario ancestrale parte già con lo Stato organizzato.

Ma dovremmo davvero decidere di rivoluzionare uno stile? Possiamo essere ridicoli o no quando ci ispiriamo al fantasy nordico, ma ormai si è diffuso anche nel nostro immaginario (e poi, chi se ne frega?). Per quanto mi sia dispiaciuto, ad esempio, leggere nomi in inglese ne "Il Sigillo del Vento" di Ceretoli, (e abbia pensato, si poteva farne a meno) alla fine questa è una decisione dell'autore e comunque un dettaglio simile non diminuisce il valore di un libro. Forse potremmo introdurre elementi più nostri, ma quello che sento è, semplicemente, che ognuno dovrebbe ispirarsi a ciò che gli pare, purché la qualità dei libri che escono migliori.
Il problema semmai è un altro, che il fantasy si è ristretto a un canone molto preciso, che ormai è troppo cliché, troppo spremuto. Fantasy all'inizio significava tante cose, come potreste leggere negli autori a cavallo tra i secoli '800 e '900, o anche fino agli anni '30. Adesso fantasy, troppo spesso, significa una variante di Tolkien.

Prendo a prestito un'altra frase dell'intervista a Patrick Rothfuss, da me già citata qualche post addietro: Elfi, Nani, eserciti di Goblin, anelli meledetti, stregoni malvagi. Tolkien creò queste cose. E fu grandioso. Ma adesso passiamo oltre, facciamo qualcosa di nuovo.

A mio modesto parere: non è tanto "giunta l'ora" del Fantasy Mediterraneo a tutti i costi, è ora di tirare fuori qualunque buona idea che possa ridare vitalità a questo genere. Non sto pensando alla contaminazione con manga e anime, visto che parlo del fantasy per adulti che mal si combina con la produzione orientale più conosciuta. Potrebbe esserci l'elemento italico o mediterraneo, invece, perché può essere una novità e può essere inserito con profitto.

Se volete la mia: nel mio mai pubblicato libro Magia e Sangue ho cercato due vie diverse (ehi, chissà che qualche editore prima o poi me ne renda merito). Ho ideato un mondo con alcune caratteristiche totalmente nuove, comprese razze non umane che non sono semplicemente elfi, orchi o nani con un altro nome, e ho reso omaggio al nostro paese ambientando parte dell'azione in una città che, prese le dovute cautele, si può paragonare ad una città marinara italiana.

Ma lasciamo da parte i miei ignoti sforzi. Pensiamo agli elementi utilizzabili che potremmo prendere dall'identità italica e/o mediterranea.
Per prima cosa: in un medioevo in cui buona parte della cultura era affare del nostro paese, un alchimista potrebbe avere tranquillamente nome e fattezze delle nostre parti. Anche un mago, perché deve per forza assomigliare al mago Merlino o a Gandalf, con tanto di cappello a punta? Ammetto che quell'immagine a me piace moltissimo, ma il mago potrebbe essere benissimo un raffinato gentiluomo rinascimentale. Anziché il male assoluto degli orchetti di Tolkien, potremmo avere un male con cui tocca confrontarsi e discutere, com'erano i vari invasori (ungari, arabi, turchi, ecc...) visti dall'Europa di allora. Un condottiero machiavellico e raffinato che intende conquistare il mondo non l'abbiamo avuto ma avremmo anche potuto averlo... se l'Italia si fosse unificata. Abbiamo la Chiesa, con i suoi Papi dediti senza remore a politiche di potere e a guerre sante, ma anche con i personaggi che l'hanno periodicamente rinnovata, spesso pagando con il sangue. Scismi, eretici, antipapi... Insomma, di immagini che possono essere girate in chiave fantasy ne possiamo trovare, relative al nostro paese.
Il bello è che queste cose fuori dall'Italia mi sembra che le stiano già pensando... anche se non è molto "magica," la Caerdicca de Il Dardo e la Rosa, pur comparendo marginalmente, usa benissimo l'italianità com'è nell'immaginario dell'europeo oltre le alpi: fascino, eleganza, raffinatezza, crudeltà, inaffidabilità, propensione all'intrigo.
Noi pensiamo a Brancaleone da Norcia con le sue storie esilaranti ma non certo eroiche e ci diciamo, mamma mia come siamo conciati. Ma esiste già un "immaginario dell'Italia" estremamente attraente, è quello che spinge i turisti al carnevale di Venezia o gli Inglesi a colonizzare le colline del Chianti, tanto per intenderci, e che (nel suo immaginario magari un po' da cartolina) si riferisce proprio alle antiche radici di civiltà, cultura e folklore dell'Italia.

Una via mediterranea al fantasy? mi piacerebbe vederla nascere. Non so se sia il caso di reinventare tutto da capo pretendendo di far nascere un filone radicalmente nuovo. Ma in effetti di contributi da dare ad un'ambientazione fantastica il mondo mediterraneo, e direi proprio l'Italia in particolare, ne ha da vendere. Ma che rinasca un fantasy per adulti quantomeno decente, è ancora più urgente.

giovedì 1 maggio 2008

I Guardiani del Giorno


Il seguito de I Guardiani della Notte ha avuto un budget superiore e ne ha consolidato il successo, presso il pubblico russo e internazionale. Io ne sono rimasto deluso, invece, e temo che anche a consigliarlo come divertimento leggero rischierei di fare un cattivo servizio a chi passa di qui. Il cast di attori è il medesimo, il regista pure, purtroppo l'ispirazione alle storie di Luk'janenko diventa più sottile ancora che nel precedente film (non ho ben capito se lo scrittore è in qualche modo coinvolto in questa produzione). Da notare che il titolo farebbe pensare al secondo libro ma la storia narrata è ancora parte del primo: ed è narrata purtroppo in maniera confusa. C'è una sovrabbondanza di effetti che impone la malaugurata estetica da videoclip, ammazzando lo stile più asciutto de I Guardiani della Notte, e il film m'è parso troppo lungo, pasticciato e pacchiano. I Guardiani del Giorno cade malamente nel trash laddove il precedente film riusciva a costeggiarlo con equilibrio, e purtroppo fa venire in mente quei film americani dove alle idee si sono sostituiti gli effetti speciali: ed è questa la cosa che mi ha infastidito più di tutte, perché così anche la freschezza che questi film sembravano portare rischia di andare a farsi benedire.
A questo punto non so cosa ci riserverà l'annunciato terzo film della serie.