domenica 23 novembre 2008

Kami



Per un certo tempo mi sono baloccato con l'idea, poi ho deciso di leggere un libro di questa serie (Storie di Draghi, Maghi e Guerrieri) della Delos Books. Non è stato un grosso impegno né di tempo né economico, visto che la collana è, intenzionalmente, a basso costo e tutti i libri rispettano un massimo di 120.000 caratteri spazi inclusi (con una certa flessibilità, credo, le cose sono meglio spiegate nel forum di Writer's Magazine).
Tra breve a quanto pare il nome dell'autore (italiano) apparirà sulla copertina terminando l'abitudine di riportare l'autore come traduttore e di indicare sulla copertina uno pseudonimo (Kay Pendragon, Yon Kasarai...) per non infastidire lo sciovinismo alla rovescia di quei lettori italiani che, poverini, hanno tanta poca fiducia negli scrittori di casa nostra.

Kami è ambientato nel Giappone medievale, trae spunto dal periodo in cui i Mongoli tentarono l'invasione del paese (era la dinastia mongola che governava la Cina, in effetti, quindi era una minaccia molto grave).
L'autore, Alberto Cola, ha fatto le sue brave ricerche sullo spiritualismo giapponese e su questi spiriti della natura (i Kami, appunto), ha introdotto come elemento fantastico uno stregone fra gli antagonisti, capace di portenti nel campo della magia nera, e un ragazzo di nome Toshi, che ha un rapporto speciale con i Kami: può facilmente entrarvi in comunicazione.

La storia non è proprio semplicissima. Con un capolavoro di sintesi ci troviamo una grande battaglia, una breve ma abbastanza colorita presentazione dei personaggi principali, intrigo e tradimenti, l'elemento sovrannaturale e un colpo di scena finale. Al termine i cattivi sono puniti e il Giappone è salvo.
La mia impressione è di trovarmi di fronte a un libro che avrebbe dovuto occupare il doppio dello spazio per dispiegare pienamente i suoi elementi, ma che è riuscito a condensarsi in maniera ancora leggibile e godibile negli angusti spazi della collana. Pertanto non so nemmeno se definirlo a tutti gli effetti un libro per ragazzi, per certi versi sembra più la versione zippata di un fantasy per adulti.

Personalmente ho scritto (a quattro mani) una storia che ho proposto alla casa editrice per questa collana, in quanto rispetta la lunghezza. Non è certo di questa complessità, non ci avrei mai provato, a dire il vero. Si tratta della storia in prima persona di un partecipante a una missione pericolosa contro un avversario dai poteri magici. Trama limitata nella prospettiva, dalla intrinseca semplicità e linearità di svolgimento (il protagonista non può fare molto per influenzare gli eventi). Non avrei pensato di cercare di rappresentare un'avventura della portata di Kami in un numero così limitato di pagine. Perciò, visto che il risultato finale in questo caso è piuttosto godibile, tanto di cappello ad Alberto Cola per questo gioiellino.

4 commenti:

Gweniver ha detto...

Ho capito che la prosa è un po' sacrificata in virtù del progetto editoriale, ma questo cosa c'entra con il fatto se è da considerarsi letteratura per ragazzi oppure no? Oltre la sintesi l'approccio narrativo è maturo oppure edulcorato o peggio incompiuto... Se prendiamo la trama, questa è scritta volutamente per un potenziale lettore più giovane oppure no? Se ci sono dubbi in tal senso, quello che leggo tra le righe della tua recensione è che l'intreccio del libro è ben architettato, ma la sua eloquenza (o se preferisci il suo essere coinvolgente) un po' meno. In ultimo: perchè rivelare il finale? Non aggiunge nulla alla tua recensione se non il sospetto che al fine, nonostante le belle parole, il libro non ti sia piaciuto. Se qualcuno recensisse un tuo libro rivelando il finale ti farebbe piacere? Non credo.

Bruno ha detto...

@Gweniver: il fatto che ci sia un lieto fine significa che questo libro è in linea con il 90 per cento (o più) dei libri fantasy: ma io le rivelazioni, le tribulazioni e i colpi di scena con cui Kami arriva a quel lieto fine non li ho svelati.
Quanto al mio libro, non faccio alcun mistero sul fatto che non ha un lieto fine, mi è già capitato di dirlo qua e là, ma certo non posso fare una colpa a nessuno di non saperlo, visto che non è stato pubblicato :)
Perciò non credo di aver fatto a Cola ciò che non vorrei non fosse fatto a me.

Quanto alla sintesi, per forza impone di semplificare gli approcci, di non sviluppare le tematiche accennate... perciò in effetti rende più simile a un libro per ragazzi quello che, questa è la mia impressione, potrebbe essere un libro magari adatto a un pubblico giovane ma con quella maturità per piacere a tutte le età. Non ha un'impostazione eccessivamente semplicistica e non manca nella forma, perciò è una buona, breve lettura.

Gweniver ha detto...

Facendo un giro fra le altre recensioni ho visto che in effetti hai l'abitudine di rivelare le trame dei libri. Il povero Herbert lo hai ridotto ad una vicenda da 5 righe... Evidentemente sono l'unico che trova supponente e anche indisponente che, come in una sorta di censura al contrario, gli si riveli parte o tutta la trama di film o di un libro. Il tuo blog è indubbiamente interessante, ma per un suggerimento su una buona lettura guarderò altrove.

Bruno ha detto...

Non mi ci vedo molto nella tua descrizione, ma del resto sapevo già fin dall'inizio che eri qui per fare polemica, perciò non perderò tempo in discussioni e sopporterò la tua assenza. Addio.