venerdì 7 agosto 2009

History of the World



Questo gioco da tavolo è stato prodotto dalla celebre Avalon Hill ed è in giro da parecchio tempo. Ha delle dinamiche molto semplici: per esempio i conflitti si risolvono in maniera non molto diversa dal Risiko. Però la pretesa non è mica da ridere: History of the World vuole ricostruire la storia del mondo dalle origini fino, più o meno, al ventesimo secolo.

L'impresa si ottiene estrapolando diverse epoche dallo scorrere dei secoli e individuando le potenze di maggiore importanza in ciascun periodo. Per mezzo di un sistema di carte, in ogni epoca le potenze vengono assegnate ai giocatori. Nella carta c'è scritto se è possibile o no produrre navi, se esiste una capitale (dà punti vittoria), quante truppe si hanno a disposizione. Così ogni impero ha un breve momento di gloria, ma rimane sulla mappa nelle epoche seguenti, immobile a subire le invasioni altrui. Il sistema di combattimento favorisce l'attacco perciò in teoria questo ricambio è facilitato (può capitare di dover calpestare, per così dire, un proprio impero passato con una nuova potenza nata nella stessa area: in tal caso la vittoria è automatica, ma ovviamente conviene di più attaccare i territori degli altri giocatori).
Questo metodo ovviamente non evita le stranezze storiche: durante l'ultima partita che ho giocato i miei Minoici su Creta per esempio erano ancora liberi e indipendenti in piena rivoluzione industriale, perché nessuno si era preso la briga di farli fuori.

Altro elemento del gioco sono certe carte evento, in numero piuttosto limitato, che permettono di far avvenire catastrofi (ai danni di altri giocatori), di avere eserciti di elite (più forti), comandanti famosi e anche piccoli regni collaterali che sono da giocare in aggiunta alla civiltà che ci tocca in ogni epoca.
Le carte evento aggiungono un po' di colore al gioco e, se giocate sagacemente, possono dare un aiuto sostanziale.

Se guardate nella piccola foto che ho rubato al sito Boardgamegeek.com potete vedere le carte (più grandi) che rappresentano gli imperi e le carte evento, più piccole. Le pedine rotonde sono le navi (ad esempio ce n'è una, bianca su sfondo nero, nel mediterraneo orientale) quelle quadrate le truppe. Le zone sono colorate a seconda di suddivisioni che le rendono più o meno appetitose ai fini dei punti di vittoria (per vincere la partita è essenziale avere la preponderanza territoriale in queste macroregioni, e comunque essere presenti almeno con un territorio presidiato nel più gran numero possibile di esse). Ad esempio, potete vedere l'Italia, che fa parte dell'Europa Meridionale, colorata di giallo, mentre l'Africa del Nord è marrone. A sud delle regioni nordafricane c'è una striscia indefinita, il Sahara, che non è giocabile e di fatto rende l'Africa sub-sahariana (color verde) irraggiungibile fino alle epoche in cui si possono porre le navi negli oceani.
Altre pedine, triangolari questa volta, sono le meraviglie del mondo, grandi realizzazioni (ad esempio: le Piramidi) che permettono di conseguire punti vittoria in più. Ma per poterle costruire ci si deve impadronire delle regioni ricche di risorse (se riuscite a vedere l'area che corrisponde all'incirca alla Siria, noterete una pala incrociata con un piccone: è il simbolo di queste risorse).

Se mi avete seguito fin qui avrete capito approssimativamente come funziona il gioco. A ogni turno si cerca di fare il meglio che si può con la civiltà che ci è assegnata. Non si può negare che sia semplice e divertente, e per giunta è possibile terminare una partita in un tempo ragionevole.
Ho comunque qualche perplessità su questo gioco. Il sistema di carte con cui si assegnano le civiltà funziona in una maniera che dovrebbe bilanciare l'elemento fortuna: vediamo come.
Sul tracciato numerato che è stampato sulla mappa si tiene conto non solo dei punti vittoria ma anche delle forze che ogni giocatore ha ricevuto finora (sommando le carte-civiltà che ha giocato). La regola vuole che il meno fortunato peschi per primo la carta per il prossimo turno, poi tocca al successivo giocatore e così via fino a quello che ha ricevuto più forze nei turni precedenti, che sarà l'ultimo. Quando un giocatore pesca la carta se non ne è soddisfatto può darla a un avversario, il quale non può guardarla fino a che non è arrivato il suo turno di pescare (la carta che pesca quindi non la potrà tenere, dovrà per forza darla a un avversario). Con questo sistema chi ha ricevuto le carte fortunate in passato è alla mercé degli altri giocatori, molto probabilmente la civiltà che gli toccherà giocare non sarà decisa dalla pescata casuale ma da uno dei suoi opponenti.
Pertanto se avete giocato il potentissimo Impero Romano o i Macedoni il turno precedente, questa gran dose di truppe che avete scatenato sulla mappa vi costa il fatto di non essere probabilmente fra i primi a pescare le carte. I giocatori meno fortunati avranno la prima scelta e, guarda un po', se si troveranno in mano una pessima carta potrebbero decidere di non tenersela, e di darla magari proprio a voi: così vi capiterà di giocare una civiltà debole che nasce in qualche steppa scalognata, e le cose si bilanceranno un poco.

Questo sistema a mio parere è imperfetto. Il gioco premia molto, oltre ai grandi exploit che creano vasti imperi, il fatto di nascere, turno dopo turno, in posti diversi fra loro. Come abbiamo visto la mappa è divisa in macroregioni (il cui rendimento in punti vittoria cambia con le epoche: ad esempio l'Africa del Nord perde importanza con il passare dei secoli). Avere un piede un po' dappertutto (grazie ai propri passati imperi, se riescono a non farsi spazzar via completamente) è un grosso vantaggio. E questo è parecchio casuale, anche con il sistema del più "povero" che sceglie la carta-civiltà per primo come ho descritto prima.

Inoltre certi colpi di fortuna al momento giusto hanno conseguenze durature che non vengono perfettamente bilanciate da questo sistema. E nelle epoche finali, il colpaccio fortunato (ad esempio pigliarsi la Gran Bretagna regina dei mari, o la Francia di Napoleone) non verrà controbilanciato da successive mosse. In più se alcuni giocatori sono in lizza per la vittoria e altri sono esclusi, questi ultimi possono esercitare un ruolo di creatori del destino, decidendo chi sfavorire e chi favorire nel momento in cui scelgono se tenere la carta che pescano o darla ad un altro giocatore. Insomma, forse molti non concorderanno con me, ma il sistema di bilanciamento m'è parso molto dubbio. Senza pretendere di insegnare il mestiere agli ideatori di questo gioco, un handicap sui punti vittoria da dare a chi pesca le civiltà principali mi sembrerebbe più efficace.
Altro problema, il numero di giocatori. In teoria è per 3-6 giocatori (se sono meno di sei alcune civiltà non compaiono in gioco, ovviamente), in pratica sconsiglio di giocarlo in meno di cinque persone.
Detto questo, History of the World è comunque un gioco facile e divertente e non posso che consigliarlo.

Questo link vi porta a una versione in italiano del regolamento (offerta dal sito Gilda.it): a quanto sembra si riferisce a una versione del gioco che ha miniature o figurine di plastica al posto delle pedine di cartone con cui ho giocato io.

4 commenti:

alladr ha detto...

sembra troppo complicato: non nelle meccaniche, ma per la gestione logistica di una partita. uno di quei nbellissimi giochi - tipo civilization o twilight imperium per intenderci -- che di fatto sono ingiocabili se non hai barche di tempo libero e amici nella medesima condizione.
nonostante sul mio cuore ludico sia stato impresso a fuoco il nome "powergrid" (ma non sono un fondamentalista, posso anceh affermare che il mio gioco preferito è la versione tedesca finkenschlag. o l'italiana alta tensione), in questo periodo preferisco giochi un po' più veloci, chessò, thurn und taxis, dominion. ogni tanto vengo colto da ausencia da heroscape.
poi, molto sul mercato m'attizza o anche solo mi incuriosisce, non posso non citare "ideology": chi non vorrebbe fare una partita a un gioco in cui può impersonare il fascismo o il comunismo o il capitalismo?
grazie per la compagnia (ci sono anche se non commento! e talvolta clicco sui banner, serve a qualcosa?)

Bruno ha detto...

@ alladr: grazie per la compagnia a te, e cliccare sui banner è un'ottima cosa, anche se non riesco a raggiungere gli agognati 50 dollari (il minimo per poterli ritirare effettivamente): mi sa che le cliccate troppo vecchie vengono dimenticate e allora potrei non farcela mai. Quanto ai giochi, forse ho un blackout alla memoria ma non mi trovo con i nomi che hai citato come giochi veloci (possibile che non ne abbia giocato nessuno? possibile ma strano, molto strano!).
Comunque History of the World NON è enorme ai livelli di Twilight Imperium e Civilization (intendendo qui il gioco da tavolo).
E' relativamente semplice e il turno si fa piuttosto velocemente, giuro che tra giocatori con una qualche esperienza si può giocare in una serata (beh, tirando almeno l'una di notte, diciamo).

by ax ha detto...

OT: Bruno, spiegami un po' questa cosa dei banner. Io capito spesso sul tuo blog e non ne ho mai cliccato uno... ma se serve. ;)

Bruno ha detto...

@ by ax: Google AdSense permette di configurare la pubblicità un po' come si vuole, così mi sono limitato a mettere, piuttosto in basso, un paio di box con link testuali nella colonna di destra e un riquadrone più grosso nella colonna di sinistra in fondo (colonna dove a volte compaiono link e a volte veri e propri banner con immagini ecc...).
Se avete il cookie di Google installato vedrete generalmente contenuto "mirato" ai vostri gusti.
Il motivo iniziale della pubblicità era ché Google Adsense mi serve come rudimentale tracciatore delle visite al blog (un trackatore gratuito si era trasformato in seminatore di malware e trojans contro i visitatori, me compreso), ma non voglio rendere la pubblicità troppo invasiva così non l'ho mai messa in posizione molto favorevole...
Detto questo, se mi venisse qualche euro in tasca non mi dispiacerebbe, solo che ogni cliccata vale pochi centesimi e non viene tenuta in memoria in eterno, perciò sebbene questo blog abbia un traffico tutto sommato rispettabile ed esista da un pezzo, non sono mai arrivato alla somma minima per richiedere il pagamento.
Già, perché è necessario raggiungere un tot (50 dollari, in euro non me lo ricordo) per aggiudicarsi la possibilità di farseli versare in banca.
Se clickate mi fate un piacere a prescindere, comunque per quanto non mi farebbero schifo se li ottenessi, non ho bisogno di quei soldi.