mercoledì 11 novembre 2009

Lupi e felini mannari


Dal momento che le mie attuali letture vertono sul tema del lupo mannaro, mi sono interessato anche ai film in tema di trasformazioni animalesche e "dannate". Ce n'è uno sproposito, ma qui ho deciso di focalizzarmi su tre vecchie (o vecchissime) glorie del genere.

Un film che molti avranno visto: Un Lupo Mannaro Americano a Londra. Ci ho messo una vita, ammetto, a vedermelo tutto, e così la visione recente che ne ho avuto è l'unica completa. Devo dire che questo film, che aveva effetti speciali eccellenti per l'epoca in cui era stato girato (1981), oggi ha proprio lì un punto debole vistoso. E' chiaro: dopo un quarto di secolo (ebbene sì, ne è passato di tempo) ciò che una volta era un effetto ben riuscito ora sembra un tentativo patetico.
La storia del lupo mannaro è virata in chiave moderna, e il contagio del protagonista americano avviene in Europa durante una vacanza. Il regista John Landis mescola senza remore i momenti drammatici con quelli decisamente comici (e con una certa quantità di scene di nudo e di sesso): l'effetto mi è sembrato strano e anche qua e là sgradevole, sebbene in altre occasioni abbia apprezzato parecchio la mano di Landis (che ha avuto all'epoca parecchio successo anche se adesso sembra scivolato un po' dietro le quinte). Anche il finale sembra piazzato lì tanto per troncare in qualche modo la storia: non motivato da uno sviluppo del personaggio o della trama, e in qualche modo inaspettato (almeno in quel modo e in quel momento). Non nego comunque che ci siano un certo numero di scene divertenti, soprattutto quelle in cui il protagonista si confronta con il fantasma del suo amico che viene ammazzato dal lupo mannaro all'inizio del film. Se pensate che io mi sbagli a sminuire un film che ha riscosso un indubbio successo provate a vederlo o rivederlo oggi... ma attenzione: probabilmente alla gioventù dark e "gotica" che si è sciroppata i film e i libri di vampiri che circolano ora, questo lupo yankee non può piacere.


E ai gatti nessuno ci pensa? Intendo dire ai gatti di grandi dimensioni. Anche loro hanno avuto il loro momento cinematografico, e la loro razza dannata di mutantropi. Un grande film di felini mannari è l'antichissimo Cat People del 1942 (tradotto come Il Bacio della Pantera). La dannazione qui colpisce una bella donna, Irena, interpretata da Simone Simon (carismatica, e per i suoi tempi scandalosa, attrice e modella francese, era in realtà mezza italiana). Su Irena pende una maledizione che la vuole discendente di una maledetta razza di satanisti slavi: si trasformerà in una pantera se lascerà che la passione o la rabbia la travolga. Cercherà di non consumare il matrimonio, ma sarà travolta dalla gelosia quando un'altra donna si accosterà al marito. Doveva essere un film di serie B ma fu un successo. Ben riuscite le scene evocative dove l'elemento terrorizzante non viene mai visto direttamente, forte la tematica per l'epoca, ma restando nei limiti, brava la protagonista che allo stesso tempo suscita compassione e terrore.

Questo film ha avuto un remake nel 1982 ad opera di Paul Schrader (famoso sia come regista che come sceneggiatore). Nel ruolo di Irena abbiamo Nastassja Kinski, un'attrice dalla forte carica sensuale che si era trovata in ruoli scabrosi fin dalla più tenera età, creandosi una fama equivoca. A farle da contraltare abbiamo un altro appartenente alla razza del popolo degli uomini-pantera, suo fratello Paul (interpretato da un attore formidabile, Malcolm McDowell, che qui però appare piuttosto invecchiato).
Alla maledizione che impedisce la passione ai due (pena la trasformazione in pantera: e per ridiventare umani devono uccidere) si unisce la tematica incestuosa. Possono avere rapporti fra loro senza trasformarsi, infatti, ed è ciò che Paul desidera ma Irena non vuole. La ragazza cerca di fuggire l'interesse del fratello e di mantenere una relazione platonica con Oliver (il nome è quello del marito nel primo film). Ovviamente finirà male, ma il finale non lo rivelo.
Tensione e terrore che si svela a poco a poco, malinconia di un destino maledetto e inevitabile, passione repressa che vuole sfogo. Questi elementi concorrono a creare un film di grandissima potenza, con l'aiuto della colonna sonora di Giorgio Moroder; uno dei brani (intitolato appunto Cat People) è interpretato da David Bowie e per quanto le parole in parte non combacino con la storia del film, la canzone ha certamente contribuito al suo successo. Decisamente un remake meglio dell'originale (ma del resto erano passati 40 anni). Il Cat People dell'82 è il migliore film dei tre di cui ho parlato qui, e supera di gran lunga tutti i film su lupi, felini o altre bestie mannare che abbia mai visto.

2 commenti:

emmeesse ha detto...

Per completezza ti indico

http://www.film.tv.it/scheda.php/film/778/il-bacio-della-donna-ragno/

Nel romanzo originale il film era Il bacio della pantera di Tourneur.
Un opera derivata poco "fantastica" ma IMHO meravigliosamente teatrale

Bruno ha detto...

Non ho letto il libro ma so che fra le storie che Molina (il carcerato gayo interpretato da William Hurt) racconta a Valentin (il prigioniero politico) c'è anche quella del Bacio della Pantera ma anche diverse altre, perché Molina passa il tempo a parlare di storie di passioni e sentimenti. Nel film rivela il suo desiderio di essere amato da "un vero uomo," che però teme di conoscere mai, perché tale uomo amerebbe soltanto una "vera donna".
Invece la "storia nella storia" della pellicola riguarda una ragazza francese che al tempo della guerra si innamora di un ufficiale tedesco (ammirato da Molina per il suo richiamo estetico, con grande scandalo del prigioniero politico suo compagno di cella); Dopo passano alla storia della donna-ragno ma anch'essa c'entra poco con bestie mannare e simili.
Ne approfitto però per dire che il Bacio della Donna Ragno è un bel film veramente fuori dagli schemi, con qualche parte un po' scabrosa che ho fatto fatica a digerire, ma davvero meritevole di una visione.