domenica 29 maggio 2011

The Wise Man's Fear

Dopo aver letto in lingua originale The Wise Man's Fear, ovvero il seguito de Il Nome del Vento, concludo di aver senz'altro gradito il libro, ma di essere adesso un po' incerto su Patrick Rothfuss e sulla sua trilogia (o n-logia) in fieri. Dal momento che questi due sono dei gran libroni in cui, spesso e volentieri, per centinaia di pagine non succede nulla o succedono minuzie che un Moorcock abbrevierebbe in due frasi, mi viene da pensare a volte che alla fine ho trovato anche io la mia monnezza in stile contemporaneo, un bestseller prolisso e fuffoso da sfogliare facendosi cullare da una storia che non finisce mai.

Eppure no, vi trovo della qualità, e a volte tantissima, sebbene i temi trattati sembrino spesso terribilmente banali. L'Università con i giovincelli che studiano magia sa tanto di Harry Potter, i nemici sbruffoni e spocchiosi che vogliono rovinare il protagonista ragazzino prodigio sono ormai una noia tremenda, ma Rothfuss tratta qualsiasi tema in maniera completamente originale e sa fartelo vedere (quasi sempre) come se fosse nuovo. Ha personalità, doti enormi da narratore, e sa creare aspettativa e mistero. Credo che per quanto mi riguarda questo scrittore si giocherà tutto nel come saprà portare a termine le promesse che la sua storia ha fin qui acceso. Lo aspetto al varco, perché ha creato sempre più interrogativi e misteri.

Mentre il primo libro mi aveva lasciato del tutto a bocca aperta, con poche osservazioni da muovere (salvo il fatto che la faccenda del draccus comune, o come si chiamava, era veramente un po' noiosa e tirata troppo in lungo), adesso mi trovo a farmi qualche domanda in più. Chi non volesse anticipazioni, è pregato di saltare il resto di questo post.

Innanzitutto, il libro parte con gli studi di Kvothe, l'inimicizia di Ambrose, i debiti e i problemi con i soldi, l'amore disperato per Denna. Tutte tematiche che apparivano già nel Nome del Vento. Vi sono alcuni avvenimenti, tra cui uno che sembra non banale (la litigata alla morte con Devi, l'usuraia) ma che poi finirà a tarallucci e vino. Facendo i conti e tirando le somme, sono oltre trecento pagine in cui non succede nulla. Di solito una cosa simile non la perdono, a Rothfuss posso perdonare anche questo. Non in eterno.

Poi Kvothe parte in cerca di un ricco patrono, e fa addirittura naufragio. Ma la cosa viene scavalcata e non descritta, come se fosse poco rilevante. Il suo compito presso il nuovo datore di lavoro, che è un ricco nobile che potrebbe risolvere i problemi di Kvothe diventando suo patrono, sarebbe di aiutarlo (con le sue doti di cantore e suonatore) a corteggiare una nobildonna. Kvothe, diciassettenne che non è ancora stato con una donna, nondimeno gli dà saggi consigli e lo aiuta con successo, sapendo fornire indicazioni sul da farsi e componendo ballate struggenti per mezzo della sua esperienza di trovatore. Ok, così sia. Nel frattempo, scopre che un alchimista e farmacista di corte sta avvelenando il suo nuovo signore, e riesce a bloccare questo complotto (ma non si scopre il motivo del tradimento: materia che verrà ripresa un domani, o no?).

Per tutto ringraziamento il protagonista viene mandato con quattro fessi a combattere contro una banda di malfattori che ha intercettato più volte gli esattori delle tasse lungo una certa strada, causando al signore una grave perdita economica. Notare che Kvothe non ha esperienza militare e viene nominato capo della spedizione... a discolpa di Rothfuss va detto che il protagonista sospetta che ci sia un motivo per cui il suo patrono semplicemente non lo vuole tra i piedi per un certo tempo e lo manda in una missione dove (crede) non troverà nulla, tuttavia anche questa motivazione mi zoppica un po'.

La realtà è che all'autore serve un motivo per mandare Kvothe a spasso per le foreste dove ammazzerà un po' di banditi facendo sfoggio di feroce magia, conoscerà un mercenario che viene da uno strano popolo e incontrerà Felurian, una specie di mitologica sirena (di terra) che ammalia gli uomini e li porta alla perdizione. Ovviamente Kvothe cede alla tentazione ma non è dominato, pertanto si salva, e anzi apprende i misteri dell'amore senza che per questo sia necessario portare a felice conclusione la sua storia con Denna.


 Dal blog di Rothfuss, la scintigrafia del suo emisfero sinistro...

Visto che accennavo a uno strano mercenario, si tratta di un personaggio così insolito che Kvothe vuole imparare usi e costumi del suo popolo, e alla fine per una catena di eventi deve seguire quest'uomo nella sua patria. Segue pertanto l'intermezzo piuttosto lungo con gli Adem, popolo guerriero delle montagne, mercenari un po' come gli svizzeri, ma con una serie di orpelli in più: una filosofia di vita severa e austera, scuole dove si insegna il combattimento, una quantità di mosse di arti marziali, una particolare ginnastica per il corpo e per la mente, tutte conoscenze che i bellicosi montanari accettano a malincuore di condividere con l'ospite. Così Kvothe, ragazzo prodigio della musica e studente brillantissimo dell'Università, comincia ad andarsene in giro con la spada diventando anche una specie di guerriero e, soprattutto, sconfinando decisamente in territorio Mary Sue con tutte le sue ineffabili capacità.

Della storia d'amore con Denna direi solo che si è prolungata oltre il ridicolo. Dei Chandrian, creature mitologiche che hanno massacrato la famiglia di Kvothe bambino, dico invece che dopo 1.700/1.800 pagine sarebbe ora di saperne qualche cosa... Ci sono ormai troppi misteri aperti e nessuna soluzione.

Tirando le somme delle mie critiche: mi è piaciuto moltissimo The Wise Man's Fear, ma non è all'altezza del precedente, gli avvenimenti che fanno muovere la trama (quando si muove!) hanno una logica molto fragile, ci sono punti in cui la storia fa acqua.
Come sarà il terzo libro? Spero che il buon Rothfuss non mi deluda e mantenga le sue promesse...

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