venerdì 29 luglio 2011

La battaglia di Bangkok

Paolo Bacigalupi, la cui foto si trova verso la fine di questo articolo, ha un cognome ligure (chissà se ne è al corrente lui stesso?) perciò dovrebbe essere italoamericano, ma nell'intervista che ho letto scherza sul fatto del cognome "impronunciabile" senza fare accenno alle proprie origini: comunque fa piacere vedere un nome "nostrano" tra i vincitori dei più grandi premi di fantascienza. Il libro che lo ha consacrato al successo, The Windup Girl (che potremmo tradurre approssimativamente come "la ragazza a molla") ha vinto il premio Nebula nel 2009 e lo Hugo Award l'anno seguente. Ero troppo curioso per aspettare di vedere se una casa editrice nostrana si decidesse a tradurlo, così l'ho preso in inglese in una libreria del centro di Milano.

Il mondo ha subito una serie di disastri che lo hanno ripiombato in un'era di bassa tecnologia, almeno per la maggior parte della gente. Le tecnologie sofisticate esistono, ma sono per pochi, così veder viaggiare un veicolo come quelli che girano per le nostre strade di oggi è un evento eccezionale da osservare con meraviglia. I vecchi tempi dell'Espansione sono terminati, le epoche facili in cui il cibo era accessibile in grandi quantità e l'energia disponibile a tutti. I grattacieli sono rimasti per lo più deserti, perché non più in grado di far funzionare i propri organi vitali: ascensori e condizionatori d'aria. Tutto è tornato all'antico, ma non completamente. Molti congegni, veicoli e scooter funzionano per mezzo di sofisticati strumenti meccanici che accumulano e rilasciano energia (l'autore usa termini come kink-spring, non so se dovrei tradurre come "molla attorcigliata"), energia che può essere ottenuta anche semplicemente pedalando o usando animali. Quella che mi è sembrata strana è l'assenza dei pannelli fotovoltaici, vorrei capire perché l'autore non li fa apparire nella sua Bangkok del futuro. Ho scritto una email all'autore, ma ovviamente la spiegazione non è arrivata: uno che vince il Premio Nebula non è che ha il tempo per stare lì a rispondere a un blog sperduto nel cyberspazio... O magari la domanda era cretina per qualche motivo ovvio cui io non arrivo, chi lo sa?

A proposito di animali, esistono enormi bestie ricavate geneticamente dagli elefanti, i megodonti, che danno energia alle fabbriche, e altri animali, nocivi, prodotti dall'ingegneria genetica: esperimenti falliti, indesiderati ma sfuggiti al controllo. Ed esiste poco cibo, ricavato da sementi sterili vendute dalle "compagnie delle calorie," che ricattano interi popoli con pestilenze geneticamente prodotte e sementi valide per un solo raccolto.

L'orrore della fame e delle malattie ha annientato interi popoli e ne ha messi altri in ginocchio. Ma la Tailandia fiera e combattiva si è difesa, mantenendo una banca di sementi nascoste per preservare la ricchezza e la varietà genetica delle piante che producono il proprio cibo, e ospitando la tecnologia e i geni ribelli del mondo delle compagnie, al fine di combattere mossa dopo mossa questa spietata partita.
Jaidee, la "Tigre di Bangkok," è un capitano delle "camicie bianche" al servizio del Ministero dell'Ambiente e lotta contro i farang, i "diavoli bianchi" che vogliono inserirsi nel paese, e contro il Ministero del Commercio che li appoggia. Le camicie bianche sono corrotte alla tipica maniera orientale, si fanno dare qualche banconota per guardare dall'altra parte quando un venditore di cibo per strada usa metano non autorizzato (fiamma blu) o un mercante porta col suo dirigibile merce proibita; tuttavia quando vogliono dare un segnale diventano inflessibili.
Anderson è un falso imprenditore che usa come copertura una fabbrica, installata a Bangkok da un inventore che sognava di produrre un modello più efficiente di molla per dare un nuovo sviluppo al mondo. Il progetto è fallimentare ma Anderson vi spreca denaro per potersi muovere nel paese: vuole accordi politici per impadronirsi della ricchezza genetica che ancora la Tailandia custodisce; vuole anche rintracciare Gibbons, un genio della genetica che, per il piacere della sfida, è corso in aiuto del piccolo paese asiatico e lo aiuta nella lotta contro le compagnie delle calorie.

Alleato di Anderson è Carlyle, l'uomo che comanda una flotta di dirigibili (sostituti dei grandi aerei da trasporto di oggi). I re tailandesi hanno deciso di proteggere Bangkok dalle acque marine che sono salite a dismisura per colpa dell'effetto serra, hanno costruito immense dighe, ma le pompe devono continuamente lavorare per impedire che la capitale venga sommersa dal mare che comunque filtra implacabile, e dalle piogge monsoniche. Le pompe hanno bisogno di riparazioni, ma il materiale deve viaggiare sui dirigibili di Carlyle, il farang che ha subito tanti oltraggi dalle camicie bianche di Jaidee e ora aspetta il momento della dolce rivincita.

Anderson lascia l'amministrazione della fabbrica a Hock Seng, manager cinese rifugiato dalla Malesia. Quelli come lui, accolti con misericordia dalla monarchia tailandese, vengono chiamati "carte gialle" dal colore dei loro documenti di profughi. Hock Seng era benestante ma non ha saputo vedere la tempesta che arrivava. Gli estremisti islamici malesi, le "fasce verdi," hanno spazzato via il suo ricco clan, ucciso i suoi figli e le sue mogli coi loro machete rossi di sangue, lo hanno costretto a una fuga ignominiosa. Hock Seng vive nel terrore, disprezzato dai tailandesi e sempre in pericolo di perdere il lavoro, sempre timoroso che un'altra tempesta lo travolga, ma è anche in cerca una via (onesta o non proprio onesta) per ritornare l'uomo florido che era prima e per ridar vita al suo clan.
E infine c'è Emiko, la ragazza a molla. I suoi movimenti sono strani (io non sono riuscito a figurarmeli bene) e questa particolarità, che la rende ben riconoscibile come creatura dell'ingegneria genetica assieme al fatto che non può avere figli, è voluta dai suoi creatori per impedire altre spiacevoli disgrazie nate con gli esperimenti genetici. Costruita per un Giappone dove nascono troppo pochi figli, Emiko è un abominio per la mentalità tailandese: senza karma, senza anima da reincarnare, fuori dal ciclo dell'esistenza. Abbandonata come un oggetto da un manager giapponese che tornava in patria, costretta dal proprio condizionamento a servire e obbedire, trasformata in una prostituta esotica da sfruttatori senza scrupoli, sogna di raggiungere luoghi lontani dove le "nuove persone" come lei vivono libere. Ma di questi luoghi ha solo sentito parlare: esistono veramente?
E poi c'è Kanya, vice di Jaidee, la ragazza che non sorride mai, una delle camicie bianche più fedeli: ma di lei non posso che accennare per non tradire parti essenziali della trama.

La storia porterà questi personaggi a interagire e a compiere azioni inaspettate e imprevedibili, mentre il destino del paese si realizza fra eventi drammatici. Un grandissimo libro di fantascienza, che ha continuato a frullarmi in mente per vari giorni dopo averlo terminato: bella ambientazione, personaggi credibili e ben caratterizzati, e uno squarcio su un futuro orrendo ma tutt'altro che impossibile. Un'opera che tocca i principali temi della triste ma realistica fantascienza di oggi: il disastro ambientale, il postumanesimo e l'ingegneria genetica, la tirannia delle grandi corporazioni in una globalizzazione che sa portare solo sfruttamento, l'esaurirsi delle risorse e la devastazione sociale che risulta da tutto questo. Ho trovato piacevole, nonostante l'uso frequente di termini sconosciuti, anche l'immersione nel contesto di un paese come la Tailandia e la volontà di farci leggere il significato degli eventi sia nella nostra mentalità che in quella orientale.
Punti forti, oltre ai colpi di scena e alle rivelazioni inaspettate ma del tutto credibili, il fatto che le azioni dei personaggi appaiono spiegabili e motivate anche quando estreme, e la coralità della storia: d'altra parte questo libro ovviamente non piacerà a chi vuole sempre e comunque il duello tra un buono e un cattivo.

Un'altra recensione, questa in inglese.

6 commenti:

Klytia ha detto...

E' vero, curiosa la questione dei pannelli fotovoltaici. Posto che penso che Bacigalupi se ne sia semplicemente dimenticato tuttavia potrebbe anche essere che l'energia che serve per costruirli possa essere così elevata da far preferire altre forme...ma propendo di più per la prima ipotesi.

Bruno ha detto...

Nel frattempo ho fatto le mie ricerche tra i vari recensori (stranieri, perché in Italia lo avranno letto dieci persone questo libro): la perplessità non è solo mia, è di molti, e riguarda parecchie fonti di energie alternative (maree, vento, energia nucleare, solare...). Escludiamo magari il nucleare che richiede tecnologia sofisticata e materia prima assai scarsa, tutto il resto richiede una certa capacità (i pannelli solari certamente sono roba piuttosto delicata da costruire) ma si tratta di un mondo dove l'abilità manifatturiera non sembra mancare del tutto, e il fatto di produrre energia "gratis" dovrebbe essere un terribile incentivo per investire in queste fonti rinnovabili. Invece ci sono accumulatori di energia "a molla," c'è il metano "verde" di probabile provenienza organica (biofuel), ci sono motori a carbonella (o suoi derivati) ma un sacco di altre fonti energetiche sono escluse, forse arbitrariamente. La Tailandia non poteva produrre pale eoliche o pannelli solari, ed è rimasta isolata? Spiegazione respinta: giustificherebbe la scarsità dei pannelli solari, non la loro assenza, visto che in verità dalle frontiere passa un po' di tutto.
Oppure questo tipo di rinnovabili non risuonavano in maniera cool con l'ambientazione che l'autore voleva creare? Comincio a pensare che sia così. Sempre che Bacigalupi non si impietosisca e mi illumini rispondendo alla mia email...

Simone Corà ha detto...

Molto interessante, non lo conoscevo e penso proprio che ci farò ben più di un penserino. :)

Bruno ha detto...

@ Simone: mi fa piacere...

Hob03 ha detto...

da come ne parli dev'essere proprio il mio genere di romanzo, sono rimasta molto intrigata, spero di riuscire a trovarlo anch'io in inglese, grazie per la bella segnalazione

Bruno ha detto...

@ Hob03:
su www.play.com lo trovi a meno di 10 euro con spese di spedizione gratuite. Oppure puoi aspettare che qualcuno lo traduca e te lo faccia pagare 25 euro...