mercoledì 23 ottobre 2013

Guido Crepax

La mostra dedicata a Guido Crepax nel centro di Milano si è chiusa a metà settembre, e per pigrizia non ne ho parlato fino ad adesso, e ormai è troppo tardi per invitarvi a visitarla. Peccato. Si è trattato di un percorso
molto interessante, non fatto unicamente di fumetto ma anche di design, moda, fotografia, giochi, curiosità varie: un’iniziativa abbastanza snella che si percorreva rapidamente ma che sapeva cogliere i punti d'interesse nel percorso di questo autore, sui generis, del fumetto italiano. Guido Crepax è vissuto in un periodo di cambiamenti (anni ’60) e nel cuore della “rivoluzione” sessantottina, ma allo stesso tempo nel cuore della Milano industriale e del design, e il suo lavoro ricalca la partecipazione alle attività di una città (ricca e borghese) che allo stesso tempo in cui lavorava e produceva opulenza creava anche cultura, progresso e cambiamento. Bei tempi, in questo senso. Le prime creazioni di Guido Crepax infatti sono copertine di dischi (l'epoca del vinile) e di libri, o immagini pubblicitarie.



La massima parte dei fumetti di Crepax sono fatti di suggestioni, sequenze collegate da un vago filo conduttore, tecniche che ricopiano altri media (cinema, fotografia); contengono un erotismo esplicito e tuttavia non volgare, situazioni oniriche ma anche frammenti di episodi reali. Non facilissimo da capire, mi viene da chiedermi se, senza la spinta dell’erotismo e del nudo, avrebbe avuto lo stesso successo. Influente ai tempi, molto dimenticato oggi, direi.
D’altra parte Guido Crepax sapeva creare delle suggestioni capaci di ripagare l’attenzione del lettore, anche di quello che gli si accostasse oggi. La sua opera però è difficile da staccare dalla carta stampata e dal suo tratto così particolare per trasporla in un altro medium. Anni fa venne trasmessa una serie televisiva (Valentina) ispirata al suo principale personaggio (nato da una ossessione che Crepax nutriva per l’attrice Louise Brooks), ma il risultato finale fu a dir poco osceno e comunque non somigliante in niente all’originale.




La mostra presentava molte creazioni personali di Guido Crepax, destinate al suo proprio uso e consumo o a progetti collaterali. Ho potuto vedere due delle mie passioni in questi lavori: innanzitutto, i primissimi ingenui fumetti che disegnava da bambino mi hanno fatto tornare in mente le piccole cose che avevo cominciato a creare fin dall’età di sei anni, e cui purtroppo non ho dato un seguito “adulto.” E poi i giochi, le figurine di cavalieri e soldati, le mappe, le simulazioni militari che erano allo stesso tempo piccole opere d’arte. Crepax è stato autore o coautore di diversi boardgame e giochi da tavolo. Insomma un creativo capace e di larghe vedute, di quelli che restano interessanti indipendentemente dalla moda.

Insomma, se torna o arriva dalle vostre parti una mostra dedicata a Crepax, dateci un'occhiata.

Nonostante non è che il web pulluli di articoli riguardo a Crepax e alle sue opere, per lo meno scritti di recente, eccone uno piuttosto interessante...


4 commenti:

Argonauta Xeno ha detto...

Alla mostra su Dracula in Triennale c'erano anche alcune tavole della reinterpretazione di Crepax, davvero molto belle. Da qualche parte devo aver preso anche un volumetto di Valentina, ma non l'ho ancora letto. "La trilogia di Baba Yaga", se non ricordo male.

Bruno ha detto...

Urka. Baba Yaga è la storia di Crepax da cui hanno anche tratto un film, erotico-horror-onirico-stravagante. Lo vidi, non posso dire che fosse sto gran che, però ammetto roba molto bizzarra.

Marco Grande Arbitro ha detto...

Crepax era un artista unico!

Bruno ha detto...

Crepax unico? sono abbastanza d'accordo. Avrà avuto le sue impressioni, le sue ispirazioni come chiunque altro, tuttavia non mi sembra davvero uno che s'intruppa in qualche scuola o che segue pedissequamente una tendenza, piuttosto le tendenze le ha create lui. La parola originalità va sempre usata con una certa prudenza ma nel suo caso direi che la possiamo spendere.