sabato 28 giugno 2014

Salviamo la Siae - coi tuoi soldi

È passato relativamente sotto silenzio il decreto Franceschini per l' equo compenso, quel contributo ai diritti d'autore che va pagato "a prescindere" sui supporti digitali: una volta erano ad esempio CD e DVD, adesso gli smartphone si aggiungono alla categoria. In parte il decreto è l'adeguamento ad analoghe tariffe che esistono già in alcuni altri paesi, ma viene ugualmente contestato dalla Confindustria digitale.
Nel frattempo anno dopo anno la Siae ha concluso i propri bilanci in perdita (vedere qui ad esempio) o con un attivo che non si capisce benissimo come viene ottenuto ma comunque non tramite il "core business" dell'azienda. D'altra parte sull'efficienza della Siae, dove "4 dipendenti su 10 sono legati da rapporti di parentela," è legittimo dubitare.

Per quanto mi riguarda continuo a pensare che il controllo del diritto d'autore lasciato a un'unica società sia una bestemmia.

domenica 15 giugno 2014

Plausibile e fantasioso

Mi ha meravigliato un post di Annalee Newitz, in inglese, sul sito di fantascienza (e fantastico) io9. L'autrice afferma che i romanzi fantasy trattano la scienza in maniera più accurata di quelli di fantascienza. Fa riferimento ad alcune occasioni, recenti e meno recenti, in cui gli autori si sono premurati di studiare e descrivere con cura lo sviluppo biologico di specie... assolutamente inventate. E vi sono anche mondi immaginari costruiti per ambientarvi storie fantastiche, ma scritti con assoluto rigore.

Come lettori (afferma l'autrice) siamo abituati a dividere le storie in plausibili (fantascienza) e del tutto immaginarie (fantasy). Eppure in qualche modo, inesorabilmente, la plausibilità s'è infiltrata nelle nostre storie fantasy. Leggiamo nel fantasy affermazioni vere riguardo a sistemi biologici che sono del tutto ignorate dagli scrittori di fantascienza. Ovviamente ci sono autori di fantascienza che sanno creare alieni realistici, e molti che scrivono trame ben informate riguardo al cambiamento climatico a breve termine. Sono valide eccezioni. Se vuoi buona scienza ambientale, in questo periodo devi cercarla nel fantasy.

Sarà vero o no? C'è una cosa, a dire la verità, che non è affatto una novità. Non pochi appassionati di fantascienza sono prigionieri di quell'atteggiamento di superiorità, per cui tutto ciò che è fantasy deve essere inferiore. Se per caso un libro fantasy inferiore non è, devono per forza arrampicarsi sui vetri dicendo che tutto il fantastico che si vede "potrebbe essere spiegato" con la tecnologia, secondo il famoso assioma per cui una scienza estremamente raffinata sarebbe indistinguibile dalla magia. Insomma se è fantascienza sta in serie A e, se è fantasy vale una delle due: o posso ricondurlo alla fantascienza, o deve stare in serie B. Io personalmente amo la fantascienza senza il bisogno di queste cose senza senso.

Mi chiedo però se esista veramente una previsione "valida" sul cambiamento climatico prossimo venturo, visto che i fenomeni osservati si sono rivelati molto più complessi di un generico "farà caldo e si scioglieranno i ghiacci." Ammesso che si sappia già dove ci porterà questo bel futuro che ci stiamo preparando, ho una mia opinione sul motivo per cui gli appassionati del fantasy potrebbero essere molto attenti a questo argomento: l'ecologia e le preoccupazioni che la circondano sono, dai tempi di Tolkien, un elemento spesso presente nel fantasy.

Peraltro non è certo da ieri che una storia fantasy deve essere un minimo plausibile riguardo agli elementi fantastici che presenta (ovvero possono essere bizzarri fino a che si vuole ma devono possedere la famosa coerenza interna). Mentre a volte una storia di fantascienza presenta in blocco così tante trovate stravaganti e male spiegate da rendere davvero incomprensibili certi sensi di superiorità.

Quanto a quelli che dicono che la fantascienza è comunque in buona parte fasulla perché vi figurano (di frequente) mezzi in grado di viaggiare a velocità superiori a quelle della luce, e questo sarebbe impossibile, personalmente credo che costruire imperi galattici su distanze sterminate sarà molto, molto difficile, ma dire che "assolutamente non si può" andare più veloci della luce vuol dire non aver capito il metodo scientifico.


giovedì 5 giugno 2014

Warlock Master of the Arcane

Dal momento che prediligo i giochi strategici a turni, desideravo metter mano su Warlock Master of the Arcane (della Paradox) già da un po'. Il problema è che sì, il gioco era uscito (addirittura nel 2012) e sì, le recensioni erano abbastanza positive, ma il mio PC era troppo antiquato. Pur avendo ricevuto un modesto upgrade qualche tempo prima, non ce la poteva fare. Tuttavia con la morte di Windows XP ero obbligato a cambiare sistema operativo e ne ho approfittato per farmi dare (a buon mercato) il vecchio PC che un amico aveva relegato in cantina, dotato di Windows 7, il che mi stava bene perché Windows 8 ha l'aria di una porcheria. Prima di entrare in dettagli preciso che il gioco mi è subito piaciuto e ho accumulato un discreto monte ore - ovvero ore perse a giocarci mentre potevo fare altro. Mentre Fallen Enchantress (che ho recensito qui) mi aveva presto stufato, Warlock mi ha preso, nonostante certi difetti: come dicono anche le recensioni che ho trovato in giro, è molto semplice e intuitivo e si comincia presto a divertirsi senza nemmeno bisogno di guardare il manuale (se si ha un minimo di esperienza).

domenica 1 giugno 2014

Nasce Moon Base Factory

Ha preso il via un laboratorio creativo che è anche casa di "autoproduzione" dal nome Moon Base Factory, gruppo di cui faccio parte anche se di autoprodotto, da parte mia, a tutt'oggi esiste solo un racconto che ho distribuito gratuitamente l'anno scorso, Gruppo 42 (qui una pagina di presentazione - non mia - con il giudizio di Gianluca Santini).
Diversi appartenenti hanno spiegato e spiegheranno sui propri blog perché esiste questo gruppo. Ciascuno la intende a modo proprio ovviamente, e questo vale anche per me. Per alcuni aspetti non "combacio" con la maggior parte dei membri (che appaiono più improntati all'horror e alla fantascienza che non al fantasy), tuttavia mi sono interessato all'autopubblicazione fin da subito - ho fatto vedere poco di mio ma le cose cambieranno - e ho solidarizzato verso quelli che hanno scelto questa strada anche perché talvolta sono stati capiti poco, e trattati con sufficienza.