giovedì 3 settembre 2015

Unfriended

Un altro film, come The Gallows, di cui ho parlato qualche giorno fa, che ha fatto un buon incasso pur essendo costato pochissimo. Unfriended è decisamente minimale, al punto che praticamente tutto quello che avviene avviene sullo schermo del computer o viene visto attraverso di esso (facebook, il web, la videoconferenza, youtube, ecc...), anzi penso che questo film sarebbe del tutto incomprensibile a uno dei non pochi che non utilizzano mai internet. Anche qui, i protagonisti sono ragazzi americani, apparentemente tutti dei bravi ragazzi.

Dei protagonisti non so niente, la ragazza che vediamo di più (in verità vediamo le sue azioni sul monitor e il suo volto sul monitor stesso nella finestra della chat) è Shelley Henning,  attrice e reginetta di bellezza, in effetti fa la parte di una ragazza (Blaire) apparentemente molto più giovane. Un'altra delle protagoniste, Jess, è interpretata da un'attrice con una carriera decisamente corposa, Renee Olstead, sebbene debbba ammettere che mi è del tutto sconosciuta. Alla regia un ignoto georgiano di etnia russa (Levan Gabriadze); l'unico personaggio a me noto è uno dei produttori (Timur Bekmambetov, che diresse i Guardiani della Notte). Stabilito che non ci sono performance prodigiose, direi che il film si fa notare per la tematica (il bullismo, ma non solo) e per la particolarità tecnica (tutto avviene in rete, praticamente). C'è da dire un'altra cosa: la storia sa prendere ma per essere un horror, non fa paura. Mi direte che di solito gli horror non ne fanno. È vero, diciamo che questo ne fa anche meno del solito.


Non è che gli elementi non ci siano (porte che si aprono, luci che si spengono, rumori strani, e poi schizzi di sangue e morti orribili, il tutto osservato con angoscia dai ragazzi che rimangono in vita) ma non riescono proprio a colpire nel segno. Molti dettagli di questo film sono assai più sottili. Vediamo che Blaire esita prima di scrivere, modifica le parole, esita sul tasto "invia," insomma vediamo i suoi dubbi, a volte la sua doppiezza, oppure la sua angoscia da dettagli che di solito non figurano sul grande schermo. Tiene aperta una chat testuale "a lato" della videoconferenza per dire al suo ragazzo cose che non vuole dire anche agli altri. Superficialmente sono tutti amici, in realtà ci sono molti scheletri nell'armadio di questo gruppo di ragazzi. Il più grosso di tutti ovviamente è quello di Laura, morta esattamente un anno prima, vittima di un suicidio dovuto al disagio sociale causatole da un video che la ritraeva in una situazione assai imbarazzante. La ragazza si ripresenta sotto forma di fantasma maligno con poteri sovrannaturali, manifestandosi dapprima come un partecipante non desiderato della chat, e resistendo ai tentativi dei ragazzi di scoprire chi è o di cacciarla via.

Le possibili obiezioni, soprattutto una volta che cominciano a succedere brutte cose, sono ovviamente "perché nessuno pensa semplicemente a disconnettersi?" e "perché non chiamano aiuto in qualche modo?" e le risposte, valide o no che siano, sono nel film e non le anticipo.

Tematiche predominanti sono la falsa coscienza, la stupida cattiveria dietro la facciata amichevole, amorevole o accomodante, le bugie che non si vogliono rivelare (e che il fantasma di Laura farà saltare fuori, distruggendo la solidarietà tra le sue vittime), la debolezza che tutti hanno se il loro lato social viene attaccato. Interessante, per me, anche il fatto che sentimenti e fiducia vengono distrutti se conosci quello che veramente gli altri ti nascondono, un tema che ovviamente ho fatto mio nel disagio sofferto dal protagonista di Khaibit - Il Giorno del Giudizio, ebook che potete trovare qui.
Ovviamente tutti hanno fatto qualcosa di brutto a Laura e tutti pagheranno, non sto qui ad anticipare i dettagli, il film si fa apprezzare non certo per la storia ma per la maniera convincente in cui viene raccontata, facendo accettare allo spettatore anche le pretese meno credibili della sceneggiatura. Decisamente da vedere.

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