giovedì 23 marzo 2017

Immaginare Mondi: guerra nello spazio

Uno dei temi classici della fantascienza (libri, film, serie TV, anche videogame) è quello degli imperi interstellari (o intergalattici, addirittura) con tantissimi mondi abitati, razze diverse, e flotte di enormi astronavi da guerra. E la guerra avviene regolarmente. Pensiamo a Star Trek con i frequenti combattimenti della Enterprise, a Battlestar Galactica, a Fanteria dello Spazio, e via dicendo. Da una parte sembra naturale. Ci sono stati imperi sulla Terra, si sono combattuti, sono sorti e sono crollati, e via dicendo. Soprattutto, hanno lottato in tante guerre. Perché non dovrebbe essere lo stesso nello spazio?



La logica però tiene fino a un certo punto. O meglio... sarebbe proprio così, penso, fra nazioni o comunque fazioni umane che andassero a sfruttare asteroidi o la Luna, lo possiamo concepire facilmente. Lotterebbero fra loro, succederebbe di tutto. Ma se immaginiamo civiltà diverse, accomunate però dalla capacità di viaggiare tra le stelle con relativa facilità, come si può prendere un treno o una nave da noi, una competizione serrata non credo che avverrebbe, nel senso che immaginiamo oggi.


Nello spazio c'è tutto quello che vogliamo: energia, materiale. La composizione dell'universo è uguale dappertutto, non ci sarebbe un luogo dove si trova una risorsa rarissima e tanto preziosa da costringere a fare la guerra, insomma un equivalente cosmico del petrolio o delle miniere d'argento del Sudamerica ai tempi dell'Impero di Spagna.

Trovo difficile immaginare anche una necessità di combattere per il cibo, per imperi tanto sofisticati. Mi sembra più credibile l'ipotesi che potrebbero trovare ovunque spazio e materiale per creare le proprie serre o colture idroponiche. Però c'è qualcosa di estremamente raro anche nello spazio, e la pulce nell'orecchio me l'hanno messa tutti quegli articoli sulla scoperta di pianeti extrasolari "potenzialmente abitabili." Ho sempre dato un'occhiata ai dati della stella intorno a cui orbitano e alle altre caratteristiche. Un pianeta dove la vita può esistere non è necessariamente uno dove potresti vivere tu.

Alcuni hanno una gravità troppo diversa dalla nostra e abitarli sarebbe impossibile o scomodo (chi lo sa, magari un 5% o 10% di differenza lo potremmo tollerare, ma di più?), qualcuno magari sarebbe del tutto coperto di acqua, qualcun altro potrebbe ospitare esseri viventi di qualche tipo ma comunque essere troppo caldo o troppo freddo per noi o con un'atmosfera irrespirabile. Altri, moltissimi dei pianeti nella zona "vivibile," orbitano intorno a deboli nane rosse, stelle (numerose) dalla scarsa luminosità, per cui la persona che colonizzasse quei mondi sarebbe sempre, di giorno, sotto una tetra luce fioca e rossastra come certe lampade di emergenza... Insomma quando leggiamo che sono stati individuati pianeti "abitabili" dovremmo essere cauti.


Pensiamoci bene, non è così semplice trovare un habitat in cui si può vivere. Noi umani possiamo abitare solo la Terra, ora come ora. Ma attenzione... Non tutta la Terra. Il 70% è coperto dai mari e, salvo proteggersi con strutture adeguate (dighe? città galleggianti?) non è realmente abitabile. Una parte per fortuna molto più piccola sta ad alta quota e per parecchia gente l'aria lì è troppo rarefatta. Non potrebbero vivere. L'Antartide di fatto è inabitabile, certe zone desertiche o paludose idem. Insomma solo una certa parte della crosta terrestre è compatibile con la nostra vita (e ovviamente, non l'interno della Terra, fra l'altro, se anche fosse facile da raggiungere).

Se potessimo viaggiare tra le stelle con facilità, saremmo ben lieti di trovare combustibili e metalli per le nostre industrie e materiale organico per le nostre colture artificiali, e presumibilmente questo materiale lo troveremmo in un sacco di posti senza dover litigare con ipotetiche altre civiltà.
Ma il vero miracolo per noi sarebbe trovare un altro pianeta come la Terra. Un posto dove sentirsi del tutto come a casa nostra, respirare a pieni polmoni, sotto un sole giallo e caldo ma non troppo, con acqua corrente e piante, animali, e non sentisti troppo pesanti o troppo leggeri ecc...

Ci sarebbe ovviamente il problema delle malattie sconosciute, in questo eldorado. Ma c'è sempre stato, anche fra diversi continenti della nostra Terra.

E per tornare alle nostre guerre interstellari, questo raro pianeta dove potremmo stare a nostro agio sarebbe, se (sfortunatamente) lo trovassimo abitato da un'altra razza intelligente, il vero tesoro per cui varrebbe la pena di uccidere. Lo stesso vale per un'altra razza a cui serve giusto giusto un pianeta come il nostro...




2 commenti:

Angelo ha detto...

Per quello che ne sappiamo del cosmo, non dovrebbero susssistere sostanze o materiali così rari da dare origine a modelli economici basati sulla scarsità, al contrario di quanto avviene oggi sul nostro pianeta. Dato come presente il viaggio interstellare e supponendo di conseguenza la capacità di sfruttare quanto disponibile nei vari sistemi solari, non dovrebbero neppure sussistere motivi di confronto su base economica tra fazioni della stessa razza e razze diverse.
La possibile competizione per i pianeti abitabili, stanti i ragionamenti che hai esposto qui, potrebbe essere una buona motivazione per un conflitto - ammesso e non concesso che il numero di esopianeti non sia tale da rendere "frequente" anche il trovare pianeti del genere.

Quindi la competizione tra razze o fazioni che motivazioni potrebbe avere? Religiose? Politiche? Xenofobie assortite? Mi è venuto in mente che un motivo di conflitto potrebbe essere basato sulle reciproche incomprensioni. Razze diverse che una a volta a contatto si trovano così repulsive tra loro da non poter trovare altra strada che il conflitto.

Bruno ha detto...

Per quanto riguarda i paineti abitabili, trovare la "combinazione giusta" penso che non sarà proprio semplicissimo... i pianeti extrasolari sono tanti ma sembrano avere infinite variabili. Se per colmo di sfortuna il pianeta buono interessa anche a qualcun altro, immagino quindi che sia opportunità troppo buona per farsela scappare, anche a costo di una guerra. Però oggi come oggi ne sappiamo troppo poco. Di pianeti in giro potrebbero essercene molti miliardi...

Il non fidarsi del prossimo inteso come causa scatenante di un conflitto? Be', certo. Aggiungiamoci pure l'obbedire a qualche tipo di politica aggressiva (politica intesa in senso lato, comprendendo anche la religione), potrebbero essere sempre fattori scatenanti. Una Jihad del cosmo, credi al mio dio oppure muori, sembra incompatibile con la tecnologia necessaria, ma chi può dirlo?

Sulla Terra la guerra di solito si fa attorno a qualcosa di concreto da guadagnare, ma l'universo è così grande...

Di solito pensiamo all'esplorazione dello spazio nelle mani di potenti governi, e immaginiamo che i mezzi per spingersi tanto lontano siano nelle mani di un potere maturo e affidabile. Chissà. Se invece avvenisse il contrario, pionieri in viaggio per le stelle seguendo la propria personale agenda, lo spazio per le micidiali incomprensioni diventa già più ampio.